ANTEPRIMA - Guida turistica della pro loco Cantorso
Capitan Tentosa
Regno: Animali - Specie: Octopus rugosus
Le malelingue dicono che sia il figlio nano di un calamaro gigante, anche se nessuno ha mai osato sussurrare questa tesi a meno di cinquecento metri
di distanza da lui, cercando nel contempo di fischiettare assumendo toni molto vaghi. La terribile personalità del capitano si è formata negli anni
a causa di un fraintendimento. Lui ha sempre pensato di essere stato abbandonato da piccolo dai suoi genitori. La sua grande sensibilità lo ha fatto
crescere nel tormento, forgiando nel dolore un carattere duro e spietato, obbligandolo ad anelare ad un senso di rivalsa mai soddisfatto.
La dura realtà è che le piovre per natura non sopravvivono al parto, qualcuno ha provato a dirglielo, ma non ha fatto ritorno, perché il capitano
quella storia proprio non la digerisce. Per un certo periodo ha anche provato a sottoporsi a sedute di psicoanalisi, il risultato non è stato
dei migliori, diciamo che sull’isola la disciplina ha chiuso i battenti. Nonostante le difficoltà incontrate nella vita e i pupazzetti di cui si
circonda, soprattutto nella vasca da bagno per placare il suo oceanico senso di solitudine, negli anni Tentosa è divenuto forse il più temibile
comandante tra i capitani della Lega dei Bucanieri. Le sue imprese sono avvolte da mistero, leggenda e supportate da un team di marketing che
farebbe impallidire una multinazionale. Possiede un galeone, la Cozzagaleza. lungo ben sessanta metri, armato con quattro alberi e cento cannoni,
con una ciurma di trecento marinai tra i più feroci dell’arcipelago delle isole Brigantine e un ricambio di venti mozzi al mese. Per entrare
a far parte del suo equipaggio, infatti, sono richiesti durissimi requisiti: essere orfani, vantare almeno una vistosa menomazione fisica,
avere non meno di 43 tatuaggi, disporre di 27 pendagli tra orecchini, anelli, collane e bracciali, e firmare una liberatoria su qualsiasi tipo di
incidente (casuale, procurato, passeggero o mortale) possa accadere durante la permanenza a bordo. Purtroppo non è un amante del turismo.
La pro loco
ha più volte tentato di interfacciarsi coi suoi durissimi consulenti d’immagine, ma non è ancora riuscita a trovare un accordo.
Si sospetta che sia proprio il negarsi la base della strategia per diffondere il mito di spietato, crudele e sanguinario capitano pirata.
Se proprio volete incontrarlo, possiamo dirvi che alla fine il famigerato filibustiere ama trascorrere il suo tempo alla taverna del Filisgambiere,
circondato dai peggiori ceffi dell’isola tra giochi pericolosi e pesanti bevute, ma sappiamo che ha dei punti deboli. Offritegli un piatto di
acciughe fritte impanate e quell’impercettibile parte di buon cuore che ancora possiede avrà per voi un occhio di riguardo, sempre che non sia
uno dei vostri.
ANTEPRIMA
Guida turistica della pro loco Cantorso
Capitan Tentosa
Regno: Animali.
Specie: Octopus rugosus.
Le malelingue dicono che sia il figlio nano di un calamaro gigante, anche se nessuno ha mai osato sussurrare questa tesi a meno di cinquecento metri
di distanza da lui, cercando nel contempo di fischiettare assumendo toni molto vaghi. La terribile personalità del capitano si è formata negli anni
a causa di un fraintendimento. Lui ha sempre pensato di essere stato abbandonato da piccolo dai suoi genitori. La sua grande sensibilità lo ha fatto
crescere nel tormento, forgiando nel dolore un carattere duro e spietato, obbligandolo ad anelare ad un senso di rivalsa mai soddisfatto.
La dura realtà è che le piovre per natura non sopravvivono al parto, qualcuno ha provato a dirglielo, ma non ha fatto ritorno, perché il capitano
quella storia proprio non la digerisce. Per un certo periodo ha anche provato a sottoporsi a sedute di psicoanalisi, il risultato non è stato
dei migliori, diciamo che sull’isola la disciplina ha chiuso i battenti. Nonostante le difficoltà incontrate nella vita e i pupazzetti di cui si
circonda, soprattutto nella vasca da bagno per placare il suo oceanico senso di solitudine, negli anni Tentosa è divenuto forse il più temibile
comandante tra i capitani della Lega dei Bucanieri. Le sue imprese sono avvolte da mistero, leggenda e supportate da un team di marketing che
farebbe impallidire una multinazionale. Possiede un galeone, la Cozzagaleza. lungo ben sessanta metri, armato con quattro alberi e cento cannoni,
con una ciurma di trecento marinai tra i più feroci dell’arcipelago delle isole Brigantine e un ricambio di venti mozzi al mese. Per entrare
a far parte del suo equipaggio, infatti, sono richiesti durissimi requisiti: essere orfani, vantare almeno una vistosa menomazione fisica,
avere non meno di 43 tatuaggi, disporre di 27 pendagli tra orecchini, anelli, collane e bracciali, e firmare una liberatoria su qualsiasi tipo di
incidente (casuale, procurato, passeggero o mortale) possa accadere durante la permanenza a bordo. Purtroppo non è un amante del turismo.
La pro loco
ha più volte tentato di interfacciarsi coi suoi durissimi consulenti d’immagine, ma non è ancora riuscita a trovare un accordo.
Si sospetta che sia proprio il negarsi la base della strategia per diffondere il mito di spietato, crudele e sanguinario capitano pirata.
Se proprio volete incontrarlo, possiamo dirvi che alla fine il famigerato filibustiere ama trascorrere il suo tempo alla taverna del Filisgambiere,
circondato dai peggiori ceffi dell’isola tra giochi pericolosi e pesanti bevute, ma sappiamo che ha dei punti deboli.
Offritegli un piatto di
acciughe fritte impanate e quell’impercettibile parte di buon cuore che ancora possiede avrà per voi un occhio di riguardo, sempre che non sia
uno dei vostri.
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